sabato 14 gennaio 2012

Il primo amore. Juan Andrés García Román

Oggi vogliamo parlare di un giovane poeta spagnolo, Juan Andrés García Román, nato nel 1979. Si dedica allo studio ed alla traduzione di letteratura tedesca (Rilke, Hölderlin) ed ha pubblicato diverse raccolte poetiche, tra cui “El fosforo astillado”, tradotto come “Quaderno del suggeritore”. Un’opera caratterizzata da una lingua ricca ed evocativa, costruita attraverso un contrappunto di voci. Suddivisa in atti, la lingua poetica è alta, ma si nutre anche di citazioni di film, di autori latini, magari shakespeariane, o dei fumentti di Schulz. Alcune immagini sono bellissime: “Piovve solo più tardi. All’inizio le nuvole non portarono la pioggia, ma soltanto le forme curve” In un contrappunto di voci si fa strada, a fondo pagina, il “suggeritore”: che evoca, amplia l’orizzonte del discorso, devia o instrada. “Non capisco quello che dici né perché lo dici. E poi, promettesti di sognare una poesia”. È il libro di un amore. È un dialogo d’amore, con la sua meraviglia e anche le sue goffaggini.


“Il primo amore.
Come se tu fossi nevicata
su tutte le cose:
questa era la mia ossessione.
Come se fosse nevicato, ma di pellle tua:
automobili, alberi, marciapiedi,
uccelli coperti di pelle tua come neve.
Un mondo fatto di te, della tua anima,
della tua pelle umana […]
Il primo amore fu morderti
il lobo dell’orecchio
Coi miei denti di latte,
abbracciarti con le mie braccia di latte,
dirti all’orecchio «sempre»
con la mia morale cattolica di latte”.
Juan Andrés García Román

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