O conchiglia marina, figlia
Della pietra e del mare biancheggiante
Tu meravigli la mente dei fanciulli
Un’immagine da favola, in cui una conchiglia, raccolta tra la spuma dell’onda marina, è vista con l’occhio stupito del bambino che scopre con animo puro le piccole meraviglie della natura.
Già sulle rive dello Xanto ritornano i cavalli;
gli uccelli di palude scendono dal cielo,
dalle cime dei monti
si libera azzurra l’acqua e la vita
fiorisce e la verde canna spunta.
Già nelle valli risuonano
Canti di primavera
Torna la primavera, con i suoi fremiti di vita e di gioia. Per esprimere questo gioioso ritorno il poeta accosta delle immagini nitide e semplici. Due soli sono gli aggettivi: “azzurra” è l’acqua e “verde” la canna. Tra questi due colori risuonano canti di primavera e tornano i cavalli a pascolare, sulla riva del fiume, e tutto è movimento e vita; l’acqua si libera dai ghiacci che la tenevano prigioniera, e la vita rifiorisce.
Tramontata è la luna;
tramontate sono le Pleiadi
è mezzanotte; l’ora passa;
e io sono qui, sola …
Gioia di vivere non ho più,
voglia di morire mi prende
e di vedere i loti freschi di rugiada
sulla riviera d’Acheronte
Vespero, stella d’amore,
di tutte le stelle tu sei la più bella.
Stella del vespero, tutto riorti
Quanto disperse la lucente aurora,
riporti l’agnello,
riporti il capretto,
riporti il figlio alla madre …
Non sappiamo di quali componimenti facessero parte questi frammenti di Saffo. C’è in tutti una grande semplicità e una purezza dell’immagine: poche parole bastano a creare un sentimento e a creargli uno sfondo naturale, ricco di suggestione, in un modo che ricorda la poesia più moderna. Eppure, siamo tra il VII ed il VI secolo avanti Cristo, lo stesso periodo in cui visse Alceo