Le diverse età della vita, la giovinezza e l’età più adulta, poi la vecchiaia. Rammentate Lorenzo de’ Medici? “Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!”. Un poeta greco, Mimnermo di Colofone, vissuto tra il VII ed il VI secolo avanti Cristo, scrisse questa bella poesia, “Come le foglie”:
Al modo delle foglie che nel tempo
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo
abbiamo diletto del fiore dell’età,
ignorando il bene e il male per
dono dei Celesti.
Ma le nere dèe ci stanno a fianco,
l’una con il segno della grave vecchiaia
e l’altra della morte. Fulmineo
precipita il frutto di giovinezza,
come la luce d’un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.
Il fiore dell’età: la grande passione che i Greci esprimevano per la vita e il mondo traspare in ogni espressione della loro cultura. Come in “Ora gioconda”, di Teocrito, poeta ellenistico (tradotta da Giovanni Pascoli):
Gli alberi a noi sulla testa si tentennavano al vento
gattici e olmi; per lì sgorgava un rivolo d’acqua
sacro da un antro di ninfe, che sussurrava gemendo.
E su le branche ombrose de li alberi, rosse dal sole
tante cicale frinendo s’affaticavano, e il grillo
lungi tridìa tra gli spini ravviluppati de’ roghi.
Lodole, cardellini: s’udiva di tortore il pianto;
bionde volavano l’api per tutto intorno alle polle.
Tutto la state sentia ben carica; tutto l’autunno:
e ci cadevan le pere da’ piedi e le mele da’ fianchi,
a non finire, che via sgusciavano. Fitte di prugne,
sino a terra le rame ci s’incurvavano al peso.
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